Che giorno strano, la domenica.
D'inverno con quel sapore un po' amaro e d'estate non ti accorgi neanche che arriva, e che si porta via, a spicchi, il tempo che rimane da godere, perchè d'estate i giorni sono tutti uguali, nel bene e nel male; alla fine si va a letto con gli effluvi dell'alba e ci si sveglia con i raggi accecanti negli occhi, o se non accecanti, comunque che si insinuano guardinghi tra gli spiragli delle tapparelle.
E la domenica è un controsenso, non vedi l'ora che arrivi, non aspetti altro che passi, più o meno garbatamente.
A volte, nelle domeniche d'inverno, si partoriscono le idee migliori.. forse per l'avanzato stato di congelamento, se avete un padre che vi tiene sotto zero affermando che ci sia un clima tropicale o, forse, per il torpore che solo le domeniche d'inverno sanno sedimentare nella pelle. Altre volte l'idea migliore che ti balza in testa è quella di fagocitare uno o più pacchetti di biscotti, rigorosamente di quelli che si inzuppano fino all'ultima molecola .. e che, se ti distrai, si sfaldano galleggiando in pezzi irrecuperabili che affonderanno nella tua tazza di thè o checchesia.
Atei, credenti o miscredenti la domenica è sacra, è rispetto assoluto, ma il riposo a vent'anni è fuori luogo, avremo tempo a sufficienza per riposare .. già, così ti dici mentre guardi fuori e piove, mentre guardi fuori e non vedi neanche la casa di fronte, mentre guardi fuori e il cielo è grigio e fa freddo, di quel freddo che morde. E' questa la sensazione delle domeniche d'inverno, la mia almeno. Sensazione di quella famosa inconsistenza che, magari, qualcuno ricorda.
Ma poi arriva lunedì, e con lui un'altra settimana, e un'altra domenica, e chissà cosa porterà, stavolta.
venerdì 3 ottobre 2008
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1 commento:
sei clelia campagnoli di novate milanese???
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