LA FANTA...SIA AL POTERE!

lunedì 24 novembre 2008

F.U.C.K.

Ancora una volta si è spataccato il Cry Babe, amato pedale dell'amato chitarrista dei fanta.
Fuck!
E cioè:

Nell’antica Inghilterra la gente non poteva fare sesso senza il consenso del Re. Quando le persone volevano avere un figlio dovevano chiedere il permesso alla monarchia. Veniva quindi loro fornita una placca da appendere alla porta durante le loro relazioni sessuali. La placca diceva … “Fornication Under Consent of the King” (F.U.C.K.).

Non vero!!!
Secondo il dizionario inglese la parola fuck è assai antica (quindicesimo secolo) e trova origini/conferme in diverse lingue: dall’olandese fokken (copulare con) al norvegese fukka (copulare), allo svedese “focka” (spingere, copulare), uniti al significato di fock (pene). L’influenza dei dialetti europei è quindi forte, e le prime tracce della parola fuck in inglese riguardano una storiella divertente del 1250 avente come protagonista John le Fucker.

In ogni caso: FUCK! Il pedale non va!!!

domenica 23 novembre 2008

Chiamo il Metallaro

Sottotitolo del video: SEI TU QUESTO...SI SEI TU!

Inserire qui il resto del post

Chiamatemi pure Henry - Prosa di Samanta De Santis

«Chiamatemi pure Henry, Henry Morgan» escalmò quasi con gioia, e con una punta d’orgoglio, appoggiando con forza lo stivale lucido sulla sedia sudicia della locanda.
“Al Cannocchiale Rotto” c’era scritto fuori: un’accozzaglia di urla gracchianti, pugni su tavoli con carte da gioco unte e sbiadite, risse improvvisate e femmine scollacciate. Ma sapeva che era lì che doveva andare.
Quando entrò gli sguardi si volsero a quella figura brillante e carismatica, dal passo quasi felino, agile ma imponente. Portava un ampio cappello scarlatto con una piuma verde smeraldo che vibrava ad ogni suo movimento, quasi a coronare quel giovane aspetto, dai fluenti capelli rossi come il rame, gli occhi neri e luccicanti, pieni di ironia, o forse di scherno, con scurissime ciglia lunghe, che davano ancor più fascino al suo sguardo, vispo e accattivante, come quello di un ragazzo. Anche se ragazzo non lo era più, già da tempo. Unico, ma al contempo magnetico e irresistibile. Il lungo mantello dello stesso color porpora del copricapo, lo seguiva rimanendo sempre un po’ sollevato da terra, come a ricordare a coloro che lo osservavano che lui era il pirata più inafferrabile dei mari. Tutti sapevano chi fosse, ma nessuno poteva provarlo.
Se ne stava là impettito, con le braccia sui fianchi, e la gamba sollevata, con il suo solito sorriso, che pareva più un ghigno di derisione. Tutti i presenti, come per magia tacevano, quando di solito era strano persino vederli seri in faccia, o vedere le loro disgustose boccacce serrate, e i loro sguardi, perlopiù bendati, attenti e curiosi di scoprire cosa stesse per accadere.
«Era ora, Morgan. Come mai ci hai messo tanto? Dovevi farti bello?», tuonò dal fondo della bettola una voce roca e quasi strozzata, consumata dalla salsedine, e dalle grida di forse troppi arrembaggi. Si alzò un uomo con un cappellaccio usurato, che un tempo doveva essere appartenuto a qualche ufficiale che, suo malgrado, sarà incappato lungo la rotta di un filibustiere degno di tale nome, come lui. Pochi capelli sfilacciati e ingrigiti incorniciavano il volto rugoso, macchiato dal sole rovente dei Tropici, da cui spiccavano occhi che parevano color argento, semi chiusi, che studiavano il pirata splendente e presuntuoso all’ingresso della locanda.
Una serie di risate sguaiate e sommesse ruppero quel silenzio glaciale che si era creato. Ma l’attenzione di tutti venne richiamata immediatamente all’accenno di una risatina sarcastica del bel pirata:
«Suvvia, Daneel, dimenticate forse che non ho alcun bisogno di perdere del tempo per la cura del mio aspetto, dato che già vi si è occupata in maniera eccellente la natura quando fui messo al mondo… Ero occupato con una bella dama a cui, ehm… dovevo consegnare una pregiata bottiglia di gin, e si sa, un impegno preso va mantenuto…», assunse quel suo tono impertinente e fece un cenno col capo socchiudendo gli occhi con fare di superiorità, accompagnato dal solito scuotersi della piuma, che sembrava quasi confermare le sue provocazioni.
Il corsaro s’irrigidì dalla collera, che gli fece assottigliare ancora di più lo sguardo. Poi si calmò di colpo, e con un lieve scatto drizzò la postura, sogghignando e mostrando i tre denti d’oro:
«Ti concedo di fare ancora per un po’ lo sbruffone, Morgan, sappiamo entrambi che saranno le tue ultime glorie da spaccone su quest’isola», mormorò, e la sua voce si fece ancor più roca, tanto da sembrare più un ruggito smorzato.
«Oh lo spero tanto, c’è una moltitudine di fanciulle che aspetta il mio ritorno a Londra, non vorrei farle attendere troppo. Non siete d’accordo, Sir Dan?», esclamò superbo.
L’uomo furente balzò sul tavolo e con un salto arrivò di fronte al bel pirata, sguainò la sciabola e gliela puntò alla gola. Morgan piegò lievemente il capo all’indietro:
«Sir, non credo sia il caso disturbare la piacevole sosta di questi signori. Spero non vi dispiaccia se andassimo fuori a discorrere dei nostri affari. Dopo di voi…», scostando leggermente l’arma affilata, fece come un inchino e con l’elegante braccio indicò la porta sgangherata, tagliuzzata dai segni di chissà quanti colpi mancati delle migliaia di zuffe, a cui la lurida taverna aveva fatto da sfondo.

sabato 22 novembre 2008

M-fibarra-fi


Le cose stanno così: un'entità sfuggente lascia delle tracce visibili, osservabili, in sala prove. Diciamo "sfuggente" perché non ha massa, a quanto pare. O meglio, introdurne il termine di massa, così, senza pudor, semplicemente, manderebbe in vacca la gauge invarianza!

Come si fa?
Sul tappeto, sparse in giro, le tracce sono evidenti. Il termine scientifico per indicare questi osservabili è: "mozzicone".
Mah....
L'ufficio Ricerca e Sviluppo dei fantarock è sul chi vive!
Fino a che non sapremo come gestire il suo mfibarrafi, ci toccherà pulire e tacere!
Proporremo un esperimento al C.E.R.N.!

venerdì 21 novembre 2008

Tastiera Armonizzante!

Semplicemente geniale!!


giovedì 20 novembre 2008

E luce fu!



Abbiamo la luce! La lampada del 5° funziona alla grande!!!
Oggi ne è stata installata una seconda, più altri ammennicoli...
La sala prove brilla di luce, anche se non propria!

mercoledì 19 novembre 2008

Agorà

Oggi ci sentiamo orgogliosi e soddisfatti e grati!

Cominciamo dalla fine, come spesso siamo abituati a fare...
Grati.
Grati a Lux per essere passato di qua, come gli avevamo chiesto, e averci dato la sua opinione da Blogger. Abbiamo già attuato una modifica che ci ha suggerito e stiamo lavorando sul resto. Grazie Lux! La fanta...sia al potere!
Soddisfatti.
Soddisfatti perché la fanzine non appassisce. Le visite sono costanti e, anche se non enumeriamo gli stessi accessi di google, siamo contenti di sapere che i nostri aficionados continuano a supportarci!
Orgogliosi.
Orgogliosi del nostro Ufficio Pubbliche Relazioni. (come non esserlo, con il lavoro che fanno!)
Un paio di giorni fa i nostri ragazzi hanno aperto una nuova sezione link, con gli accessi a siti e blog esterni alla fantareltà (fantarealtà???), cominciando proprio da Ping!, il blog di Lux.
Che dire oltre?
Ci siamo coccolati abbastanza, per oggi!

Un saluto a tutti i frequentatori!
La fanta...sia al potere!

martedì 18 novembre 2008

Una sera di Novembre - Poesia di Clod-5


Oh




Nudo per terra con in mano una corda
sdraiato le mie orecchie sono congelate
un attimo il vinile finisce e salta via
la luna mi guarda e mi lancia maledizioni
nudo per terra il corpo si alza
prende una sedia rompe il silenzio
voglia di gente


euro neurosi eurosi alchol che evapora
e puzza, ha quasi l'odore dell'odio.
olio che scende dalle labbra
le pareti sono bordeaux e sudano
amore marcio ricoperto di caramello
tedioso stucchevole e che annoia in fretta
l'odore delle cose uccide la poesia
sudo io e sudano tutti solo per divertirsi

Nudo per terra continuo a pensare
le cuffie oramai mi divorano
ma sono io che cerco mani da stingere
o solo le mani che rincorrono me?


aiutatemi a tirarmi su voglio parlare
in piedi le parole hanno un certo peso
una mano sulla porta l'altra sulla pancia
giudicatemi voi, discografia ed erezione.

questo è il piacere

lunedì 17 novembre 2008

Photoday!

Ci è venuta un'idea!

Dovete sapere che l'11 di ogni mese la fanzine pubblica una poesia di Omar Caccia, un nostro collaboratore e motivo di vanto.
Grazie alla qualità e alla regolarità, questo appuntamento è già diventato un classico del blog.
Di giorni in un mese, tuttavia, ce ne sono, in media, una buona trentina!
C'è spazio anche per altro!
La fantaidea è questa: dedicare un giorno di ogni mese alla pubblicazione delle vostre foto.
Una foto al mese. Una per ciascuno.
L'idea ci sembra variopinta! A voi?
Una specie di concorrenza a Flickr e affini, è antitrust anche questo!
Se riceveremo sufficienti consensi, partiremo con il programma.
Il giorno lo si deciderà insieme!

Un abbraccio

domenica 16 novembre 2008

Archeoweb

Surfando, come si dice oggi, nel World Wide Web, mi sono imbattuto in alcuni resti di una fantaciviltà, ormai evoluta. A quel tempo, la tecnologia e la cultura erano ancora solo in potenza. Esplorando gli scavi, tuttavia, già si riconosce l'impronta propria della fanta...sia al potere.

Le rovine sono state portate alla luce ed ora sono visibili a tutti, con comodo e senza sporcarsi di polvere. Vantaggi dell'archeologia web!

sabato 15 novembre 2008

L'urlo della notte!

Annuncio ufficiale:

In mancanza di una effettiva insonorizzazione della sala prove,
i fantarock si impegnano a limitare il volume dei suoni, i rumori,
e le urla durante le sessioni di prova notturne.
Niente più urla della notte! 
Promesso!

venerdì 14 novembre 2008

My Space Renovatio

L'Ufficio Pubbliche Relazioni dei fanta ha finalmente snellito e rinfrescato il MySpace!

Ulteriori novità sono all'orizzonte!

giovedì 13 novembre 2008

Tocchiamoci...

E' appena uscito!

E' nuovo!
Ne sentiremo ancora parlare!
In casa fantarock è già cult!

mercoledì 12 novembre 2008

Tabù

Confessate! Da piccoli anche voi avevate paura dell'omino tabù!!! Anche bianco!


martedì 11 novembre 2008

Giovane zingaro - Poesia di Omar Caccia

Tremeranno le tue braccia dorate
nei profondi e maestosi silenzi
come corde sfiorate
da una sinfonia.
Fresco il tuo profumo
sgorgherà dalla pelle
spogliando l'aria
della rigida nebbia del dubbio
con mani sapienti.
Allora il tempo sarà
un fiume scandito dai tuoi sguardi,
allora il nostro abbraccio sarà
tiepido e campestre
nel suo verde smeraldo.
Un giovane zingaro e una tenera artista
giocheranno a stringere
una coperta di stelle.

lunedì 10 novembre 2008

Ultraripetenti contro il decreto Gelmini

Notizia curiosa da riportare!
La fonte sta qua.

(ANSA) - ACQUAFORMOSA (COSENZA), 1 NOV -Una trentina di ultraottantenni si sono iscritti alle elementari per evitare la chiusura della scuola per mancanza di alunni. L'iniziativa e' degli amministratori di Acquaformosa, un comune italo-albanese con 1.200 abitanti, in provincia di Cosenza. Con pochi alunni la scuola, per effetto del decreto Gelmini, sarebbe stata soppressa.

domenica 9 novembre 2008

Si accettano proposte di sondaggi

Ed ecco che, prontamente, l'Ufficio Pubbliche Relazioni dei Fantarock (P.R. da oggi in poi) si riprende il controllo della fanzine, controllo che gli spetta di diritto, per altro.

L'idea di oggi è di lanciare un nuovo sondaggio.
Tuttavia non vorremmo tiranneggiare e così faremo decidere a voi la domanda.
Va da sé che, se non ci saranno idee stuzzichevoli, scenderemo in campo noi!
Ad ogni modo un sondaggio s'ha da fare, perché...
Perché sì! Perché ci abbiamo voglia! Perché il pallone è mio e ci decido io!
Quindi, forza, formulate domande e proponete, gente!!
Siamo aperti ad ogni quesito!
 

sabato 8 novembre 2008

Cercasi software!

Ancora una volta l'Ufficio Ricerca e Sviluppo dei Fantarock si appropria della fanzine  per pubblicare un annuncio. Siamo alla ricerca di un bel freeware per scrivere le partiture musicali, possibilmente in ambiente Mac OS X.

Qualcuno ha qualche idea?

Grazie!

venerdì 7 novembre 2008

Primi della lista!

Che bellezza! Siamo sempre inclusi nella lista!  Dico, proprio il primo della lista, mica l'ultimo degli stronzi! Provate a cercare anche voi!!

giovedì 6 novembre 2008

Cercasi Hamiltoniana!!!

Aiuto! H(p,q,t) = ???

mercoledì 5 novembre 2008

Ricorda per sempre il 5 Novembre!

Ricorda per sempre il 5 novembre, il giorno della congiura delle polveri contro il parlamento. Non vedo perché di questo complotto il ricordo nel tempo andrebbe interrotto.


Voilà. Alla vista un umile veterano del Vaudeville, chiamato a fare le veci sia della vittima che del violento dalle vicissitudini del fato. Questo viso non è vacuo vessillo di vanità, ma semplice vestigia della Vox Populi, ora vuota, ora vana.
Tuttavia questa visita alla vessazione passata acquista vigore ed è votata alla vittoria sui vampiri virulenti che aprono al vizio, garanti della violazione vessatrice e vorace della volontà. L'unico verdetto è vendicarsi...
Vendetta...
E diventa un voto non mai vano poiché il suo valore e la sua veridicità vendicheranno un giorno coloro che sono vigili e virtuosi. In verità questa vichyssoise verbale vira verso il verboso, quindi permettimi di aggiungere che è un grande onore per me conoscerti e che puoi chiamarmi V.

martedì 4 novembre 2008

Biglie di buio - Poesia del Diavolo Colorato

Ci sono momenti
dei quali vorrei liberarmi.
Istanti scuri e infimi
come piccole biglie di buio.
Esplodono in assordante silenzio.
Poi mi avvolgono e,
insensibili, mi spogliano.
Oscurità morta
che mi cola addosso
come pece.
Mi blocca.
Mi avvolge
come un’incubatrice,
venata di brividi
e tensioni umane.
Mi agito e piango ma
il nero permane.
Mi abbandono al dolore.
Rinnego l’amore.
Poi;
a poco a poco
respiro.
Mi calmo,
e respiro.
Mi sboccia una lacrima,
sottile, una,
è quello che basta.
Una lacrima di paura e
desolazione.
Un piccolo sfogo
per quell’ansia
che ancora rimane.
Anche se ormai
l’ombra crudele si è infranta.
Ed ora si sperde
in tante piccole biglie di buio.

lunedì 3 novembre 2008

Valentina alla triennale!

Triennale Bovisa presenta la mostra Guido Crepax. Valentina, la forma del tempo, dedicata al lavoro del fumettista Guido Crepax e a Valentina, il suo personaggio più celebre, creato nel 1965. La mostra rimarrà aperta fino al 1° Febbraio 2009, c'è tempo quindi, direte voi...

Invece no!!! Perché questa sarà una mostra un po' particolare, dove, per la prima volta, gli spettatori potranno acquistare un "pezzo" della mostra!!
Ogni esemplare è un pezzo unico, gente!
Se vi aggrada il fumetto e, in particolare i classici, non mancate di dedicare una giornata a Valentina! Abbiamo tempo fino a Febbraio, non sarà impossibile!!


domenica 2 novembre 2008

Venire alla luce - Prosa di Elon

Febo. E' questo il mio nome. Ormai, per tutti noi, essere chiamati per nome è diventata una cosa normale, ma un tempo non era così
Non era così neanche per me prima che incontrassi Jules, il Nostro Messia, che nel giorno della mia rinascita, il giorno in cui persi la mia famiglia, non mi donò solo un modo per distinguermi dagli altri, ma mi fece altri due regali molto più importanti: la vita e la luce.

Ma perché tutto abbia un senso devo cominciare dall'inizio, dall'inizio della mia nuova vita.

La mia debole mente non può spingersi molto indietro nel tempo, ma quel giorno non me lo dimenticherò mai. Mi ricordo che avevo quattro fratelli con cui giocavo da piccolo e una madre, una tenerissima madre che si prendeva cura di noi e ci scaldava nelle giornate invernali più rigide. Era così bello stare tra le sue braccia che mi sarebbe bastato quello per tutta la vita. Ma mia madre, nel suo infinito amore per noi, desiderava una vita diversa per i suoi figli e sempre ci parlava, se così si può dire, di un mondo in cui le cose avevano colori, un mondo in cui avremmo potuto utilizzare quelle due cavità che avevamo in mezzo alla fronte e che da tempo ci chiedevamo a cosa servissero.
Ogni mattina la nostra mamma si svegliava presto e ci lasciava soli per qualche ora. Durante quelle ore, nonostante la costante presenza dei miei fratellini, mi sentivo solo e temevo che la mamma prima o poi non sarebbe più tornata. Ma la mamma tornava sempre, carica di regali e di cose buone da mangiare per noi. E ogni giorno facevamo festa. Mi piaceva davvero tanto vivere così, avvolto dal tenero abbraccio di mia madre e delle tenebre, quelle tenebre che ci nascondevano dalla crudeltà del mondo esterno. Ma un giorno , quel giorno, la mamma, andando contro al suo istinto, decise che era venuto il momento di diradare quelle tenebre e ci fece cenno di seguirla nella sua passeggiata mattutina. Mi ricordo che percorsi il lungo e oscuro cunicolo subito dietro alla mamma seguito dai miei quattro fratellini.

Fui il primo a vedere.
A vederla.

La Luce.

Si fece strada tra le mie due cavità, cavità che poi imparai a chiamare occhi, dapprima come un puntino infinitesimo che mi provocava una sensazione diversa dalle tenebre che da sempre mi circondavano. Quel puntino bianco che si allargava mano a mano che camminavo verso di lui fu la prima cosa che vidi e non me lo dimenticherò mai. Faccio davvero fatica a descrivere quello che provai nel momento in cui scoprii di avere un senso in più, che ora chiamiamo vista, posso solo dire che fu un'esperienza bellissima e traumatica. Più mi avvicinavo al punto bianco di fronte a me e più sensazioni contrastanti si avvicendavano nel mio cervello. Quel senso a lungo assopito mi diede una descrizione nuova, diversa e incredibilmente chiara di mia madre che correva precedendomi e dei miei fratellini che mi seguivano disorientati e sconcertati quanto me. La curiosità mi pervase e cominciai a correre sempre più veloce fino a quando la sensazione che mi provocava quel punto bianco, che ormai occupava quasi tutto lo sfondo, si trasformò in dolore, un dolore talmente forte che mi costrinse di nuovo a chiudere gli occhi che da così poco tempo avevo aperto. Quando li riaprii quello che provai mi fece quasi svenire: quella che ora chiamiamo Luce, mi trafisse gli occhi con sconcertante violenza, portando con se la visione di un mondo nuovo e straniero, un mondo pieno di sensazioni belle e curiose, i colori di cui mia madre mi aveva spesso parlato, un mondo in cui le cose avevano una forma che riuscivo a definire anche senza toccarle. Era tutto così fantastico che, nonostante i continui rimproveri della mamma, non riuscivo a stare fermo spinto da un'immensa voglia di scoprire, sperimentare e soprattutto di vedere.
Ma la cosa che in quel momento mi provocava una curiosità sempre maggiore era la fonte di tanta magnificenza, così, totalmente dimentico della mia famiglia, cominciai ad incamminarmi come un allucinato verso il punto in cui la Luce si addensava di più. A mano a mano che mi avvicinavo a quel groviglio di raggi luminosi provai una via via crescente sensazione simile a quella che mi provocava mia madre quando mi stringeva tra le sue braccia, ma amplificata di cento, di mille volte. Quando arrivai a perpendicolo dei raggi il tremendo dolore che provai mi fece di nuovo chiudere gli occhi, ma in quel momento vidi che la fonte della Luce era ancora una volta un punto sospeso a una distanza incommensurabile. Quel punto, non solo mi feriva gli occhi, ma mi provocava anche una sensazione stranissima alla pelle che non somigliava più al tenero abbraccio della mamma; sentivo che il mio corpo avrebbe voluto strapparsi la pelle di dosso per lasciare spazio alla morsa della Luce. A poco a poco però quella sensazione divenne piacevole, anche più piacevole e avvolgente delle coccole di mia madre, e mi invitò ad aprire pian piano gli occhi. Ciò che vidi mi tolse il fiato tanto che volevo gridare per la meraviglia ma non ce la facevo. Vidi che il mondo era immenso, molto più grande di quanto la mia mente avesse mai creduto e sovrastato da una cosa di un solo bellissimo colore.
Ero talmente felice che continuavo ad agitarmi, avevo voglia di esplorare quel paradiso stranissimo e di tuffarmi tra i peli teneri di quel terreno monocolore, tanto che mi dimenticai completamente della mia famiglia e cominciai a correre in quegli spazi sconfinati.

E quella mia voglia di libertà fu il mio unico, enorme errore che tuttora mi grava ancora sulla coscienza.

La mia esuberante incoscienza attirò l'attenzione di un mostro di superficie. Quella strana bestia pelosa si avvicinò a me con fare malizioso: i suoi movimenti avevano un non so che di ipnotico e il mio sguardo fu subito rapito dal suo portamento elegante tanto che non riuscivo a togliergli gli occhi di dosso, nonostante il mio istinto mi dicesse di fuggire a gambe levate. La creatura si avvicinò sempre di più fino a quando riuscii a distinguere che qualcosa di bianco e minaccioso gli brillava tra le zampe anteriori. Quello che avvenne dopo fu talmente fulmineo e terribile che faccio molta fatica a ricordarlo. Rammento solo che il mostro sorrise beffardo prima di balzarmi addosso con incredibile ferocia, non dimenticherò mai quel ghigno argenteo che tuttora mi costringe a lottare e che dilaniò mia madre in un centesimo di secondo; la mia povera e dolce mamma che con uno stupido gesto suicida aveva salvato la vita del suo piccolo con un ultimo e indimenticabile abbraccio e che aveva lottato inutilmente, ma con coraggio, contro una creatura molto più forte di lei. Il mostro affondò più e più volte gli artigli in mia madre e giocò a lungo divertendosi con il suo corpo dilaniato prima di staccarle la testa con le sue zanne luccicanti. Dopo che l'ebbe divorata finì lentamente il lavoro schiacciando con noncuranza le vite dei miei quattro fratellini di cui aveva sentito l'odore pochi metri più in là. Nel suo sadico gioco io dovevo essere l'ultimo a essere ucciso, perché gli ero scappato, e quell'interminabile attesa dell'inevitabile faceva anch'essa parte della sua vendetta. Dal canto mio ero praticamente paralizzato: avrei voluto piangere ma non avevo mai imparato a farlo, non ne avevo mai avuto bisogno nelle allegre giornate passate con la mamma.
Ma la mamma, per colpa mia, non c'era più e in quel preciso momento conobbi la morte e il mondo, che prima mi era sembrato un luogo fantastico e meraviglioso, si trasformò in qualcosa di crudele e terribile e io non desiderai altro che tornare alle tenebre che per così tanto tempo mi avevano protetto e cullato.
Dopo quegli attimi interminabili sentii dietro di me di nuovo i passi felpati del killer che si avvicinavano, sempre di più, inevitabilmente. Chiusi gli occhi e aspettai lo spostamento d'aria alle mie spalle che avrebbe preannunciato la fine, ma, con mia grande sorpresa, sentii sì un fruscio come di un balzo che però non proveniva da dietro di me, dove si trovava il mostro, ma davanti!

Qualcosa mi aveva scavalcato con un salto, quella stessa cosa che in quel momento stava combattendo contro la bestia e che la stava facendo gridare di dolore!

Le urla strazianti di quella creatura maledetta non durarono molto e quando, con il poco coraggio che avevo in corpo, riuscii ad aprire gli occhi e a girarmi vidi che il mostro giaceva, senza vita, in una pozza di sangue con una profonda ferita al collo.
Davanti a lui stava una piccola e indistinta luce che cominciò ad avvicinarsi sempre di più e, una volta che mi ebbe raggiunto, mi infilò in bocca, senza indugiare, un piccolo contenitore pieno di un liquido amarognolo. Una volta che ebbi deglutito quella strana sostanza sentii un grande calore al petto che a poco a poco si diffuse, come un incendio, in tutto il corpo. Mi rotolai per terra in preda alle convulsioni mentre quel calore, quel dolore insopportabile, saliva sempre più, inarrestabile, fino a raggiungere il cervello.

E in quel momento capii.
E la vidi.
Di nuovo.

La Luce.

Una Luce diversa da quella che avevo visto prima, una Luce che si fece strada direttamente nella mia mente senza passare attraverso gli occhi. Il lume della Ragione. Fu una sensazione stranissima all'inizio. Ma quella Luce a poco a poco sostituii totalmente l'istinto e cominciai a capire, a comprendere il mondo che mi circondava. Ero diventato un essere pensante. Una creatura intelligente, cosciente della propria esistenza. In un attimo tutto divenne incredibilmente chiaro, ma l'elaborazione di tutto quello che era successo in quel giorno mi sconcertò a tal punto che mi fece svenire.

Le Tenebre.
Di nuovo.
E poi ancora una volta venne la Luce.

Mi risvegliai nel luogo che sarebbe diventata la mia casa negli anni a venire e vidi che , davanti a me, stava quella piccola luce che mi aveva salvato dal mostro. Spalancai gli occhi spaventato e vidi che quel luccichino era un essere uguale a me e mi stava fissando sorridendo.
Poi sentii che nella mia mente qualcosa cominciava a prendere forma. Un pensiero. Ancora. Ma un pensiero che non era stato elaborato dalla mia mente ma che proveniva dall'esterno. Un pensiero che poteva essere tradotto più o meno così:
"Come stai piccolino?"
Capii che quella frase proveniva dalla creatura che stava davanti a me, così sforzandomi cercai di costruire un pensiero che potesse tradurre quello che sentivo in quel momento e che mi sembrava la risposta più sensata a quell'impulso esterno. Per me era un'azione estranea e completamente nuova, ma sentivo di potercela fare, così pensai qualcosa che suonava più o meno così:
"Sono morto?"
"Tutto l'opposto", fu la risposta immediata.
Ora, dopo tutto quello che è capitato, non posso che non essere d'accordo.

Negli anni successivi ai fatti di quella giornata, Jules, il mio salvatore, mi spiegò tutto quello che c'era da sapere sulla mia nuova intelligenza e sulla comunicazione mentale. Mi diede anche un nome, Febo, che significa "Dio Sole": il sole, la prima cosa che i miei giovani occhi videro quella maledetta giornata e che tanto mi aveva affascinato. Mi raccontò anche della nostra schiavitù e dei nostri Nemici, e sempre mi diceva che era tempo di ridestarsi dall'oblio e di riprendere possesso di un mondo che eoni prima era stato nostro, un mondo che ci apparteneva di diritto. Così passai tutti quegli anni a studiare il Nemico e capii che la creatura che aveva sterminato la mia famiglia non era altro che uno schiavo di un essere molto più pericoloso e letale. Mi allenai giorno e notte e, con la rabbia e l'odio per il Nemico, crebbe anche la mia forza. Ora sono un guerriero, un assassino freddo e spietato capace di uccidere con un solo preciso colpo qualunque Avversario mi si pari contro.
Jules non addestrò solo me, ma tutti i miei simili presenti in questo mondo.
L'ora e quasi giunta e la battaglia finale si avvicina inesorabilmente.
L'attacco sarà veloce e preciso e, se tutto va come è stato organizzato dal Nostro Messia, non durerà più di quindici minuti, il quarto d'ora più terribile nella storia del Nemico.

In soli quindici minuti l'Umanità cadrà e i Topi erediteranno la Terra.

sabato 1 novembre 2008

king KORG 5

Sperimentando la nuova attrezzatura:


Omaggio tutto mio a King King 5 dei mano negra,
Strumenti: Microkorg / Kaosspad 3 / Batteria campionata dalla traccia originale

p.s. Mi scuso con i relatori della fanzine per averlo postato presto ma ero troppo eccitato...ci ho lavorato su 3 ore filate...per il risultato di meno di 2 minuti di esperimento con la mia nuova attrezzatura


Clod-5

Oggi caldidolci!!!

I caldidolci sono un dolce di pasticceria, molto rappresentativo delle abitudini alimentari mantovane.
I fanta, che sono notoriamente dei gran golosi, hanno scoperto che queste palline di polenta dolce sono tipiche del giorno dei morti. Oggi, 1° Novembre, ci sembra quanto mai appropriato pubblicarne la ricetta!
Ingredienti:
250 gr. farina gialla fioretto (la parte più fine), 1 l. latte, 1 dl. vino cotto, 100 gr. burro, 100 gr. pinoli, 100 gr. zucchero, scorza di limone grattugiata, cannella, 4 chiodi di garofano, un pizzico di sale
Esecuzione:
Far bollire il latte con tutti gli ingredienti tranne il fioretto.
Quando il latte bolle aggiungere la farina a pioggia, mescolando in continuazione, badando di non formare grumi.
Cuocere a fuoco lento per circa mezz'ora, sempre mescolando.
Far raffeddare la polentina dolce e formare, lavorando con le mani, palline della dimensione di una grossa albicocca, a cui andrà data la forma di una polpetta allungata.
Un avvertimento: le mani vanno bagnate in continuazione, per evitare che l'impasto si attacchi.
Si passano poi in forno medio per farli asciugare e perché prendano una leggera doratura.
Note:
Gli aromi (limone, cannella, garofano) e/o il vino cotto, a gusto, possono essere omessi.


Molte altre ricette reperibili su cucinamantovana.it